Viterbo: Interruzione di gravidanza? la pratica 1 su 14

Tre anni fa si effettuavano circa 410 interruzioni di gravidanza l’anno. Oggi il dato si è ridotto, del 25%

Viterbo -

La legge 194 detta le norme per la tutela della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza. Se condo l’articolo 5: “Quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi compie gli accertamenti sanitari necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna; valuta con la donna stessa (...)le circostanze che la determinano a chiedere l'interruzione della gravidanza; la informa sui diritti a lei spettanti e sugli interventi di carattere sociale cui può fare ricorso, nonché sui consultori e le strutture socio-sanitarie.

 

Quando il medico del consultorio o della struttura socio-sanitaria, o il medico di fiducia, riscontra l'esistenza di condizioni tali da rendere urgente l'intervento, rilascia immediatamente alla donna un certificato attestante l'urgenza.  Con tale certificato la donna stessa può presentarsi ad una delle sedi autorizzate a praticare la interruzione della gravidanza.”

 

Questa legge, del 22 maggio 1978 , venne emanata per impedire che le donne abortissero al di fuori delle strutture sanitarie pubbliche, mettendo a repentaglio le loro vite. Senza scendere in dubbie polemiche, la legge assicura la possibilità di interrompere una gravidanza entro primi novanta giorni dal concepimento.

 

Nella provincia di Viterbo, intervistando il dott. Giorgio Nicolanti, direttore del polo di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale Belcolle, veniamo a sapere che fino tre anni fa, si effettuavano circa 410 interruzioni di gravidanza l’anno. Oggi il dato si è ridotto, del 25%, grazie alla massiccia opera di informazione e prevenzione, a cui le nuove generazioni vengono sottoposte.

 

Sono le 300 operazioni annue effettuate presso l’Ospedale Civile di Montefiascone. Si garantisce la riservatezza e le cure adeguate ad ogni utente. La fascia d’età, interessata da questa operazione, va dai 20 ai 30 e, una grande percentuale, è rappresentata da donne straniere che vivono e lavorano a Viterbo e provincia.

 

Il medico che attua chirurgicamente l’interruzione è 1, su 14. Gli altri sono tutti obiettori di coscienza. Ricordiamo che la Asl richiede una dichiarazione riguardo la posizione del medico, al fine di garantire il servizio. Riesce un solo chirurgo-ginecologico a garantire una copertura adeguata? Il il dott. Nicolanti assicura di sì. A breve partirà un vero proprio percorso gestito dai consultori: dallo psicologo all’ostetrica, al fine di dare informazioni e offrire sostegno.

 

 

Emanuela Dei