Viterbo in tilt, il problema sono le concessioni commerciali non le rotonde
La parte nord di Viterbo, sulla direttrice Cassia, è ormai completamente bloccata dal traffico, per percorrere poche centinaia di metri ci vuole più di mezz'ora. È irrealistica la ricostruzione che abbiamo letto per cui la colpa potrebbe essere di una rotonda mal posizionata o progettata, il problema è il concentramento dei poli commerciali nella zona.
In una città già sovraccarica di negozi di medie e grandi dimensioni, se ne contano più di 100, è stato permesso alla Grande Distribuzione, ancora una volta, di espandersi e spostarsi a proprio piacimento.
Il risultato per chi vive Viterbo è una Cassia nord impraticabile fra colossi abbandonati al degrado e traffico congestionato e un centro storico in affanno che senza alcun contributo dalle istituzioni, non può reggere il confronto con i Grandi Marchi del settore.
Una grandezza basata per lo più sullo sfruttamento. Prezzi concorrenziali, offerte e aperture non stop sono possibili tagliando salari e diritti ai dipendenti.
Le nuove aperture comportano cessioni e franchising con decine di esuberi. Ad essere colpiti sempre i lavoratori con più anni di servizio sia perché sindacalizzati e organizzati sia perché in possesso di contratti pre Jobs Act, quando il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento sproporzionato era ancora un diritto.
I nuovi contratti vengono stipulati a part time, poi gli orari vengono spalmati su tutta la giornata, 6 ore di lavoro vengono divise fra mattina e pomeriggio, costringendo i dipendenti a vivere nel punto vendita.
Non vi è, infatti, nessuna riduzione di orario o almeno rimborso economico per tutto il tempo sottratto negli spostamenti che a Viterbo fra mezzi pubblici inesistenti e traffico in tilt è completamente a carico dei lavoratori.
Visto l'evidente fallimento del piano urbanistico commerciale, ci chiediamo se ci siano interessi, o pura incapacità, nel consentire il continuo sorgere di centri commerciali e iper tutte concentrate sulla direttrice Cassia Nord, mentre la parte a Sud è completamente svuotata. L’unico negozio che, negli anni, ha aperto è sparito tra le fiamme.
USB chiede spiegazioni pubbliche all'amministrazione, che tanto si spende in inaugurazioni per la Grande Distribuzione, ma non degna neanche di una risposta i lavoratori.
Il sindacato in proposito torna ad esortare l’amministrazione comunale, come già fatto prima delle elezioni con tutti i candidati, ad una collaborazione reciproca sia contro il lavoro nero, attraverso un accordo con l’ispettorato del Lavoro, così come già sperimentato in altre città. Sia contro le aperture domenicali obbligatorie per i lavoratori del commercio, tali apertura, insieme a quelle festive, possono essere limitate e regolamentate a livello locale.
Invitiamo i lavoratori coinvolti a rivolgersi ad USB per costruire un percorso di lotta unito che non lasci più spazio a chi ci vuole sfruttati e silenziosi per trarne profitto.
Usb Viterbo