Viterbo, centro storico vuoto? No, svenduto da vent’anni

Viterbo -

Abbiamo letto le tante dichiarazioni indignate di questo mese sul Natale flop della giunta Frontini, con un centro storico deserto, chiese e luoghi di cultura abbandonati, così come piccoli negozi e attività artigianali.
Ma dove eravate negli ultimi vent’anni? Vent’anni in cui la città veniva venduta e spostata in base agli interessi economici dei produttori.
Nessuna forza politica, e purtroppo neanche alcun comitato civico, ha alzato lavoce, mentre venivano venduti terreni agricoli su cui in pochi anni sono stati eretti colossi commerciali. Spianate di asfaltato senza alcun controllo su cosa vi è seppellito sotto, parcheggi e centri commerciali giganteschi.
Oggi aperti, forse, domani chiusi.
Lasciando strutture a disfarsi, con un impatto ambientale altissimo, come l’ex centrale del latte, la cantina sociale o il mostro del Riello. Quest’ultima lanciata come mega struttura futuristica, la più grande d’Europa con negozi, cinema e un campo d’atletica sul tetto. Milioni sottratti alla collettività di cui rimane degrado e inquinamento.
Il tanto criticato traffico, con il blocco della Cassia nord, è solo l'effetto più visibile, e più innocuo, di questo sistema, in cui padroni terrieri e marchi commerciali si sono spartiti la città. Non esiste concorrenza, troppo pochi i controlli, sono i datori a decidere tempi, costi e diritti di lavoratori e consumatori.


Polemiche e proclami sono solo passerella mediatica, presto dimenticata senza vere azioni di lotta sul territorio.

Esortiamo la città a non cadere nel ricatto che senza sfruttamento non esiste economia, ribaltiamo la questione. I lavoratori producono profitto, quel profitto a noi deve essere redistribuito attraverso salario e welfare.

 

Usb Viterbo