Vigili del fuoco, eroi solo per propaganda politica
Gli incendi che devastano il nostro Paese hanno riacceso l'attenzione sull'operato dei vigili del fuoco, ma a telecamere spente gli Eroi sono costretti ad operare senza sicurezza e con stipendi irrisori
Da un po' nessuno ci chiamava più eroi.
Non se ne sentiva la mancanza: perché non c’erano catastrofi da affrontare e perché nessuno poteva farsi scudo di quelle quattro lettere, E R O I, per difendersi dalle rivendicazioni che noi vigili del fuoco portiamo avanti da lustri.
 Con la tragedia incendi di questi giorni, invece, riecco politica, media e cosiddetta società civile riempirsi la bocca di eroismi e spellarsi le mani per una foto che seppur bella esprime la stanchezza e il tentativo di conforto di chi vive sempre a stretto contatto e sempre in prima linea contro tutti e tutto.
 Pensate che in Calabria si spendono 8 mln per i 4 elicotteri privati del servizio AIB e solamente 1,3 per le centinaia di pompieri e mezzi che adesso, da giorni, senza fermarsi un secondo cercano di salvare il salvabile.
 Donne e uomini che non hanno ancora riconosciute le malattie professionali...
 Sia chiaro: ci commuovono gli striscioni dei cittadini, i “grazie ragazzi”, l’affetto e il supporto della gente. Sia altrettanto chiaro che ci offende l’ipocrisia di chi a fari spenti dimentica il nostro lavoro quotidiano, portato avanti in condizioni estreme, al limite della mancanza di dignità.
 Ebbene sì: gli eroi sono  pagati con due soldi, senza Inail, con dotazioni vecchie e carenti, alloggiati in strutture fatiscenti.
 Non siamo eroi, ma lavoratori del soccorso pubblico che si dannano l’anima per dare il massimo e da lustri chiedono, inascoltati, pienezza di diritti.
Usb Coordinamento VVF
 
							     
    
			 
							 
							 
							 
        						 
				 
    
			 
    
			 
						 
    
 
    
