Usb Viterbo: Condoglianze per la scomparsa di Racco Fiore

USBrivendica il diritto di queste persone ad una vita dignitosa

Viterbo -

La vicina di casa chiama i pompieri, e lo trovano morto. Quante volte abbiamo ascoltato questa storia. Normalmente si parla di anziani, invece, questa volta, è successo a un cinquantenne disabile.

 

Racco Fiore era uno di quei 60 disabili, che più di vent’anni fa furono dimessi da Villa Immacolata perché costava troppo mantenerli in quella struttura e che, attraverso il progetto Vita Autonoma, provarono a costruirsi autonomamente la loro esistenza con l’aiuto del sussidio che la Regione metteva a loro disposizione attraverso la ASL.

 

Fiore, da molti anni era residente in una casa famiglia a Viterbo, le sue condizioni non erano cambiate, se una persona è diversamente abile lo è per sempre, quello che invece era cambiato è che, da maggio, la Regione Lazio aveva deciso di chiudere i rubinetti e non consentiva più alla Asl di elargire i 700 euro mensili che gli permettevano di vivere dignitosamente e di procurarsi una assistenza sanitaria accettabile.

 

Delle 60 persone disabili che parteciparono, nel 1979, al progetto Vita Autonoma ne rimangono ora 25.Sarebbero, quindi 25 i “privilegiati”, così definiti da un alto esponente della Regione Lazio che, pur di difendere il suo operato, non si è fatto scrupolo di usare questo termine.

 

I tagli indiscriminati effettuati sono andati, quindi, a toccare proprio loro, gli ultimi, gli anelli più deboli della catena, lasciando ancora una volta intatti i milionari stipendi dei manager, i compensi dei politici, gli appalti gonfiati, e gli altri sprechi.

 

USB Viterbo, nel partecipare al dolore per la scomparsa di Racco Fiore, rivendica il diritto di queste persone ad una vita dignitosa e sarà al loro fianco, ritenendo inaccettabile e immorale in una società civile che i disabili siano abbandonati, lasciati soli, senza sostegno economico e senza assistenza sanitaria.

 

 

Paola Celletti

Usb Viterbo