Usb Viterbo: 16 giugno a Roma! "Prima i precari, i senza casa, i pensionati al minimo, prima tutti gli sfruttati"
L’Usb Viterbo ribadisce il proprio no alla scelta fra Europa finanziaria e nazionalismo.
Il sindacato di base esorta il nuovo governo a confrontarsi con i problemi reali del Paese, cioè con il drammatico incremento delle disuguaglianze sociali.
"Il nuovo governo deve avere come priorità la lotta alle diseguaglianze sociali. I temi della casa, del reddito e delle pensioni, della protezione del territorio e del lavoro devono tornare ad essere al primo posto dell’agenda politica –ha dichiarato l’UsbViterbo- Ad oggi, le misure economiche annunciate sembrano aver già rinunciato a parte delle aspettative sociali suscitate in campagna elettorale. La flat tax, per esempio, strizza l'occhio ad una fascia di reddito alta, infatti coloro che si trovano in una situazione di povertà, o vera e propria indigenza, avevano già una tassazione ridotta. Ora, però, se ciò che è stato annunciato verrà messo in atto, dovranno scontrarsi con un aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, dovuto al rincaro dell'Iva, necessario a finanziare la flat tax".
Il reddito di cittadinanza, pur con tutte le sue mancanze, tentava di muoversi in favore delle fasce più a rischio della popolazione, ma, per come è stato formato il governo e compilato il programma, esso, probabilmente, non vedrà mai la luce. "Il sindacato di base si è espresso più volte sulle criticità del reddito di cittadinanza, come l'allaccio familistico, la presa in carico da parte dei servizi sociali e il ricatto della nazionalità -ha continuato Luca Paolocci, responsabile dell’Usb Viterbo- perlomeno, esso era concepito sulla povertà relativa e rappresentava un passo in avanti rispetto al mero assistenzialismo, messo in campo dal governo Renzi. Ad oggi, quel reddito sarà mai realizzabile? Infatti, perché, i mercati siano, non solo neutrali, ma benevoli nei nostri confronti è necessario che le politiche italiane siano completamente in linea con le decisioni imposte da Bruxelles. La discussione con l'Europa, per essere attuabile, deve basarsi su analisi economiche approfondite con un piano concreto di superamento del debito che non può riguardare solo l'Italia, ma deve coinvolgere più stati dell'Unione."
Nella giornata del 2 giugno, festa della Repubblica, è morto sotto i colpi di un vero e proprio cecchino Soumayla Sacko, un ragazzo maliano, sfruttato come bracciante nelle campagne di Rosarno. L’Usb esorta Di Maio, come ministro del lavoro e Salvini, come ministro dell’interno, a prendere parola, per contrastare e condannare lo sfruttamento sui migranti.
“Soumayla era un lavoratore, rappresentante Usb, veniva dal Mali e aveva un permesso di soggiorno regolare, ma le condizioni di vita e di lavoro che il Paese gli ha offerto non avevano niente di regolare. Paghe da fame, condizioni di vita al di sotto della dignità, nessuna tutela della salute e della sicurezza, rapporti di lavoro violenti. Una condizione di illegalità diffusa che viene tollerata e finanche protetta. _ha concluso Paolocci- Queste condizioni di sfruttamento inumane e lontane da una qualsivoglia parvenza di legalità sono il frutto di accordi e scelte politiche che il nostro Paese condivide con l’Europa”.
Il sindacato di base interroga il nuovo governo su come intende promuovere il cambiamento, se ristabilendo dignità e diritti oppure soffiando sul fuoco della guerra tra poveri e inchinandosi ai vincoli delle politiche comunitarie.
L’Usb, come prima tappa, ha chiamato la piazza per il 16 giugno.
Il blocco sociale di opposizione percorrerà le strade di Roma. Associazioni, movimenti e cittadini sono invitati a partecipare in massa.