Situazione disastrosa della sanità di Viterbo e provincia. La denuncia dell'USB

Le parole di Zingaretti si sono rivelate i soliti proclami, la spesa sanitaria è ancora considerata un costo da razionare e tagliare piuttosto che un investimento per lo Stato e i cittadini.

Viterbo -

“Come l'Usb aveva temuto -dichiara Paola Celletti dell'Usb Viterbo- il 2018 si è aperto nel peggiore dei modi con il Pronto soccorso dell'ospedale Belcolle al collasso. La situazione già critica della struttura non ha retto il picco degli accessi, registrato in questi giorni, a causa del virus influenzale. La Regione Lazio continua a vivere nell'emergenza e l'incapacità di programmare si riflette sui pazienti, costretti ad attendere da un minimo di tre ore per una lastra ad un massimo di 14 ore per una presa in cura o un eventuale trasferimento in reparto”. L'ormai cronica carenza di personale medico ed infermieristico abbassa le prestazioni ed espone i pazienti ad errori di diagnosi e cura.

“Abbiamo ricevuto testimonianze -continua il sindacato Usb- di pazienti lasciati per ore soli sulle barelle nei corridoi del pronto soccorso, medici costretti a chiedere aiuto ai familiari per avere notizie sui trattamenti eseguiti nello stesso ospedale. Fino al caso limite di un uomo, stabilizzato dopo un infarto, che è stato costretto a pagarsi l'ambulanza per essere trasferito fuori Regione. Il Belcolle non aveva posti letto per prenderlo in cura”. 
In una situazione così destabilizzante come la malattia di una persona cara, le carenze del personale medico ed infermieristico e i doppi turni a cui sono sottoposti vengono facilmente confusi con disattenzione ed incapacità. “Ci riferiscono di ripetute aggressioni agli infermieri e di impossibilità da parte del personale sanitario di poter assistere idoneamente i malati per carenza di personale -ha ribadito il sindacato- il sistema sanitario dovrebbe prendere in carico totalmente la persona malata con un servizio trasparente, organizzato e vicino ai cittadini.

Quando ciò non avviene, come all'Ospedale Belcolle, i primi a subirne le conseguenze sono i pazienti, esposti a rischi mortali e il personale curante, in prima linea negli ospedali. Medici e infermieri sono l'unico volto della sanità che i cittadini vedono ed è su di loro che spesso scagliano la loro giusta rabbia per un servizio di cura e assistenza manchevole in tutto”. Secondo l'Usb di Viterbo le vere responsabilità sono da ricondurre alle istituzioni, innanzitutto Asl e Regione, che invece di tagliare sugli affitti di immobili privati (facendo tornare i locali negli immobili pubblici disponibili) e sugli stipendi manageriali, hanno pensato di risolvere tagliando il personale e i servizi a disposizione dei cittadini. Oggi un infermiere lavora su una media di 24 posti letto, costretto a doppi turni.

Gli Oss hanno un orario lavorativo deciso giornalmente, sono ridotti al minimo e vengono continuamente cambiati di reparto, non hanno così la possibilità di instaurare il legame psicologico con il paziente, legame fondamentale per la ripresa di quest'ultimo. Allo stesso modo, spesso un medico è costretto a prendere in cura due reparti contemporaneamente, da un minimo di 30 ad un massimo di 50 malati, con problematiche diverse che avrebbero bisogno di un'assistenza singola e specifica. “La sanità italiana è ormai ad un passo dall'abbandonare su un marciapede una donna malata, rea di non avere l'assicurazione, così come accaduto in America -ha concluso Celletti- il diritto alla salute è una responsabilità pubblica e le istituzioni non devono più considerarlo come un diritto condizionato finanziariamente. L'unica possibilità di ripresa del sistema sanitario è esercitarlo attraverso risorse pubbliche, ispirandosi a principi di solidarietà ed efficacia”.
L'Usb Viterbo invita tutti i lavoratori della sanità a rivolgersi al sindacato, partecipando a un sondaggio, in forma completamente anonima attraverso il link: 

sondaggi-usb-viterbo.webnode.it/rivendica-i-tuoi-diritti/.


per denunciare qualsiasi forma di abuso e sfruttamento a cui sono sottoposti.