SE ATENE, (ROMA), PIANGE, SPARTA, (VITERBO), NON RIDE!!!!
La Sanità nel Lazio è a pezzi, ma a Viterbo ancor di più, esordisce Lino ROCCHI della USB Viterbo, a Roma si taglia il servizio pubblico in favore di quello privato, a Viterbo, per non far torto a nessuno, si taglia tutto!
Il progressivo impoverimento che questa situazione sta causando al nostro territorio, apre una voragine destinata ad attuare il progetto di Macro-area Romana ,che porterà ad una scientifica e pianificata desertificazione sanitaria del territorio di Viterbo.
Nella sanità privata poi, mentre a Roma si brinda, qui si piange, la clinica Salus ha attivato la cassa integrazione fino al 31 dicembre ed i lavoratori non sanno nemmeno cosa succederà dal prossimo 1° gennaio, visto che stanno circolando voci di una probabile? possibile? Chiusura;
la Nuova S. Teresa a Viterbo, ed il CRA a Nepi, del gruppo RO.RI. Dal 1° gennaio non rinnoveranno i contratti a 16 dipendenti, dopo che nel corso dell'anno si sono persi già circa 60 contratti a tempo determinato e per colpa delle inadempienze della regione, che sta applicando il “metodo” delle mille riunioni che non portano a nulla, anzi, come nel gioco dell’oca, ti riportano ogni volta al “via”, con il 2012 altri 101 dipendenti del gruppo, rischiano di vedere arrivare lo spettro della cassa integrazione.
La USB, insieme alle altre sigle sindacali, prosegue Rocchi, ha avuto un incontro, nei giorni scorsi, con il Sindaco MARINI e con il Direttore generale della ASL PIPINO che ha portato pochi frutti, perché mentre MARINI si è impegnato a facilitare un incontro con Ia POLVERINI sul tema specifico della Sanità Privata, (che comprende anche le problematiche di Villa Buon Respiro, di Villa Paola, ecc.), Il Direttore generale della Asl PIPINO ha detto di avere “le mani legate”; ma come? Abbiamo liste di attesa per esami che sono addirittura chiuse, mentre nelle strutture private del territorio ci sono i macchinari fermi; Belcolle ha 68 posti letto che, per mancanza di spazi sono sostanzialmente “sulla carta”, perché allora non darli, temporaneamente, (fino a completamento dei nuovi padiglioni di Belcolle), alle strutture convenzionate?
I cittadini viterbesi ne avrebbero un notevole giovamento, conclude Rocchi, utilizzando ciò che, “di fatto” è già nostro, i 68 posti letto sono di Belcolle, le liste chiuse significano una emigrazione passiva verso le regioni vicine che porteranno un aggravio negativo nei conti Sanitari regionali, ( e pur vero che alla polverini poco importa, in quanto il “conto” sarà presentato ed eventualmente pagato tra 10 anni, quando lei non sarà più al comando, ma noi cittadini ci saremo ancora e pagheremo con le ulteriori tasse queste scelte di oggi…), ed allora perché non andare tutti insieme dal presidente della Regione a rivendicare questo? Noi siamo pronti.