Sciopero:via dalle Casse! I lavoratori di InGrande-Tarquinia contro Coop

I lavoratori hanno raccolto più di 1700 firme per la richiesta di un tavolo di trattative regionale

Viterbo -

Sciopero! I lavoratori di InGrande di Tarquinia hanno fatto sciopero proprio oggi che iniziava il fuori tutto al 50%. Sciopero! Vista la chiusura del punto vendita, e vista la politica attuata da Coop di far chiudere i supermercati concorrenti per poi occupare e monopolizzare il territorio. I lavoratori, con la fila dei carrelli pieni di merce, hanno indetto sciopero per questo motivo e se ne sono andati. Cosa altro gli è rimasto da fare visto che già gli hanno comunicato la mobilità?

 

I clienti hanno capito. Pochi hanno protestato perché davanti alla disperazione di 20 ragazzi e ragazze che perdono il lavoro, c’è poco da discutere. E così il boom del fuori tutto al 50% non ha funzionato. I clienti se ne sono andati e le merce è rimasta nei carrelli.

 

Ma perché tutto questo? Perché, nel 2013, il Gruppo Tuo-Despar cedeva a Coop 54 supermercati contraddistinti dal marchio InGrande, Despar e Eurospar, ricevendo in cambio la catena Dico.

 

Per 14 punti vendita InGrande è stata aperta la procedura di mobilità: vuol dire che chiudono. Coop compera marchi minori per poi smantellarne i punti vendita, in modo da non avere concorrenti. 80 lavoratori nei supermercati di Tarquinia, Ariccia, Anagni, Ciampino stanno perdendo il loro posto di lavoro.

 

Il punto vendita di Tarquinia, aperto nel 2007, ha sempre registrato ottimi guadagni, fornendo prodotti per molti ristoratori della zona. Ma se nelle vicinanze c’è un altro supermercato Coop, ecco che 20 lavoratori, venti famiglie, vengono messe in mobilità.

 

Coop vuole conquistare il mercato, non tenendo conto dell’impatto di questa politica ha sul territorio e sui lavoratori. Non si può più parlare di un problema locale ma regionale. Questo è un problema occupazionale che investe tutto il Lazio.

 

I lavoratori di Tarquinia hanno già raccolto più di 1700 firme per la richiesta dell’apertura di un tavolo di trattative regionale in modo che la situazione venga discussa.

 

C’è il bisogno di informare i cittadini di queste politiche che portano a delle mattanze occupazionali. I lavoratori di Tarquinia non si danno pervinti, anzi. Sono scesi in piazza, per le vie della città e hanno gridato la loro disperazione. Coop non è la grande madre che si prende cura dei clienti e dei suoi lavoratori. Coop non è più una cooperativa fatta di cittadini. Ora Coop è una macchina da guerra che distrugge occupazione per il proprio tornaconto.

 

Ma Coop non ha fatto i conti con quello che si chiama capitale umano, con la dignità di un essere umano. Quindi, tra informare la popolazione, richieste di tavoli di trattative regionali e scioperi, quando meno te lo aspetti, i lavoratori continuano a lottare perché, a questo mondo l’immagine è tutto, e Coop ci tiene tanto ad apparire la più “bella e buona” sul territorio.

 

Emanuela Dei