L'Associazione Inquilini e Assegnatari (As.I.A.) ha ricordato Alfio Pannega
’Associazione Inquilini e Assegnatari (As.I.A.) ha ricordato Alfio Pannega, poeta e figura storica della Viterbo popolare ed antifascista, in occasione del nono anniversario della scomparsa con un incontro di riflessione sulle lotte per il diritto alla casa a Viterbo alla sua memoria dedicato.
All’incontro, che si è svolto il 30 aprile presso la sede dell’Usb in via Garbini a Viterbo, hanno partecipato portando la loro testimonianza alcuni amici e compagni di lotte di Alfio Pannega.
La figura di Alfio Pannega e’ stata rievocata nella preziosa molteplicità e complessità delle sue dimensioni, ricordandone le vicende esistenziali, l’attivita’ lavorativa e la militanza politica nel movimento operaio, la riflessione morale e politica, la produzione poetica, gli affetti profondi e i generosi gesti.
Ed in particolare è stato ricordato il suo impegno per il diritto di ogni persona ad avere una casa: e l’ultima lotta di Alfio Pannega, quella in cui era impegnato quando cessò di vivere, fu appunto per il diritto di ogni essere umano ad avere un riparo, un luogo in cui sentirsi al sicuro, in cui poter vivere una vita libera e confortevole, in cui poter coltivare gli affetti più intimi, in cui riposare dalle fatiche ed incontrare le persone amiche, in un vivo legame con il mondo sociale e naturale senza dover soffrire e temere per la propria salute, per la propria incolumita’, per la propria stessa esistenza.
Nel corso dell’incontro, muovendo dalle riflessioni e dalle esperienze cui anche Alfio Pannega prese parte da protagonista insieme a tante e tanti compagni di lotta, è stata anche sommariamente ricostruita in alcuni suoi elementi salienti la storia sociale, economica, politica ed urbanistica della città negli ultimi decenni, e le lotte che le oppresse e gli oppressi hanno condotto per affermare il diritto di tutte e tutti a una vita degna.
Nell’impegno per il diritto all’abitare che As.I.A. Usb sta conducendo da tempo a Viterbo e nel viterbese, un impegno che già ha portato a varie iniziative con la partecipazione sia di persone senza casa, sia di inquilini e di assegnatari, e ad incontri e confronti serrati con le amministrazioni pubbliche, con l’Ater e con la Regione Lazio, As.I.A.Usb di Viterbo intende anche proseguire e sviluppare le riflessioni, le esperienze e le lotte di cui Alfio Pannega è stato fino alla fine della sua vita uno dei testimoni più significativi a Viterbo.
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Aggiungiamo una breve notizia biografica su Alfio Pannega che ha già avuto ampia circolazione: Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in città si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l’Ariosto, ma fu lavorando “in mezzo ai butteri della Tolfa” che si appassionò vieppiù di poesia e fiorì come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell’intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell’improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in città, per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attività artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell’ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sarà fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E’ deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio Pannega scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui è deceduto alcuni anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nel suo immenso, prezioso archivio fotografico, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che anche lui di Alfio Pannega fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato – sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all’ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti – un monologo dal titolo “Allora ero giovane pure io” dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone così rivivere drammaturgicamente la figura.
Alcuni testi in memoria di Alfio Pannega sono stati più volte pubblicati sul notiziario telematico “La nonviolenza è in cammino” e sono quindi disponibili nel web.
La proposta di costituire un “Archivio Alfio Pannega” per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettività le tracce della sua vita e delle sue lotte, è restata fin qui disattesa.
As.I.A. Usb Viterbo