L’anti bivacco, l’ultima idea di Arena per non risollevare la città
L’ordinanza anti bivacco è l’ultima della serie per vendere la città di Viterbo al mercato privato
E’ del 18 Ottobre la firma del sindaco Giovanni Arena sull’ordinanza anti bivacco che vieta di consumare pasti in strada, seduti su fontane o scalinate, di dormire in spazi pubblici. Sanzione? Una multa da 500 euro che scende a 50 se si paga subito.
Dopo la marea di polemiche e battute che ha invaso il web, l’unica giustificazione che il Sindaco è riuscito a dare è stata scaricare le responsabilità su questore Massimo Macera. A quest’ultimo viene attribuita la richiesta dell’ordinanza, durante il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dello scorso 25 settembre.
Sorvolando sulle vaghe giustificazioni del primo cittadino, appare ormai chiaro l’intento di voler adeguare la Città dei Papi all’odierno decoro.
L’egemonia della destra, in Italia, deve molto alla parola decoro, grazie anche all’appoggio della sinistra istituzionale, per non rispondere ai problemi reali delle persone sono stati costruiti i temi della sicurezza e dell’ordine urbano. Misure sproporzionate e solo di facciata, pensiamo ad esempio all’esercito in strada contro la movida a Roma, il Daspo contro i turisti a Firenze.
In nome del decoro viene recintato lo spazio pubblico, non per migliorarlo, ma solo per renderlo inaccessibile a quelle persone considerate sgradevoli, che siano venditori ambulanti, turisti mordi e fuggi, manifestanti, migranti o senza fissa dimora.
In questa idea distorta, diviene legittimo multare chi è costretto a dormire per la strada, chi per sopravvivere, in uno Stato che rende impossibile essere regolari, chiede qualche spiccio, ma anche chi affascinato dalla storia della Città dei Papi fa di tutto per visitarla e mangia un panino in strada, non potendo sedere in un ristorante.
La dilagante privatizzazione viene mascherata con lo zelo dell’attivismo civico.
In questo modo Viterbo, come tante altre città in decadenza, non è minimamente interessata a promuovere un’idea di sicurezza sociale e lavorativa, ricordiamo, solo come esempio, che nella Tuscia il 98% delle aziende edili è fuori norma in fatto di sicurezza.
Arena sta trasformando Viterbo in una città sterile, destinata al mercato privato del consumo turistico, spacciandolo per l’unico motore di crescita possibile vista la mancanza di risorse. Risorse che ci chiediamo a chi vadano a finire, visto che tutti contribuiamo pagando le tasse.
L’ordinanza anti bivacco, così come tutte quelle per il decoro che l’hanno preceduta, è un solo un tentativo di distrazione di massa che spera di nascondere i meccanismi economici del profitto e dell’ingiustizia sociale.
Stupisce che alcuni segretari di associazioni di categoria si siano lasciati, sicuramente in modo inconsapevole, distrarre.
Usb Viterbo
Elisa Bianchini