La precarietà nel mondo del lavoro è Donna
Nella giornata contro la violenza maschile sulle donne, USB Viterbo lancia una campagna di informazione e lotta per tutte le lavoratrici su come difendersi da discriminazioni, sfruttamento e abusi nei luoghi di lavoro
In Italia (dati ISTAT 2018) circa 1,4 milioni di donne dichiarano di aver subito ricatti e molestie sessuali sul luogo di lavoro, mentre nell’Unione Europea una donna ogni sei dichiara di aver subito molestie, violenze o attenzioni sessuali indesiderate sul lavoro.
Nel territorio di Viterbo, nonostante la scarsità di dati ufficiali, il rapporto diretto con le lavoratrici fornisce un quadro allarmante. I contratti più precari e a meno ore sono riservati proprio alle donne, costringendole ad ore supplementari e a richieste di favori ai datori per riuscire a mettere insieme uno stipendio dignitoso.
Il Commercio è uno dei settori più esposti, anche per l’alto tasso di occupazione femminile. A parità di mansione, le lavoratrici percepiscono fino al 5% in meno dei loro colleghi. Nel settore, il 60% dei contratti part time pesa sulle donne, a cui viene imposta questa forma come vincolo per l'assunzione, escludendole così da ogni possibilità di carriera.
Oppure pensiamo alle lavoratrici delle pulizie costrette ad operare per tutta la vita sotto cooperativa in un andirivieni di appalti sempre al ribasso.
Due piani da pulire con tre quarti d'ora per una busta paga mensile di 150 euro. Nei fatti, le lavoratrici sono obbligate a fermarsi oltre il loro orario per portare a termine tutte le mansioni ovviamente senza alcun pagamento ed esposte a rischio di infortunio o abuso, non essendoci nessun altro nei locali.
Il lavoro di cura vede l'apice dello sfruttamento per le lavoratrici, chiuse in casa per 24 ore al giorno con contratti che ne prevedono 5.
Spesso le badanti sono di origine straniera e vengono praticamente segregate negli appartamenti senza nessun giorno di riposo, controllate con telecamere. Nella scusa di vegliare sul parente assistito, le lavoratrici vengono private di diritti e dignità e, in alcuni casi, assediate sessualmente o dalla persona assistita o da un loro familiare.
Le denunce sono pochissime, l'80% non ne fa parola sul luogo di lavoro con colleghi o responsabili e solo l'1% arriva a sporgere formale denuncia.
Questo perché le lavoratrici non vengono sfruttate solo nel loro ambito professionale, con contratti fittizi, orari spezzati e pagamenti inferiori, ma proprio in quanto donne.
Sono troppe le volte in cui per le lavorare dobbiamo essere di bella presenza, indossare un abbigliamento provocante, con tacchi alti e sorriso malizioso e sopportare commenti, battute e pacche.
Oppure veniamo interrogate sulla nostra vita di coppia o sulla possibile volontà di avere figli, così come discriminate e ridicolizzate al rientro dalla maternità.
La cultura patriarcale, cosi come quella razzista, sono armi in mano ai datori per fare profitto sfruttando i lavoratori, uomini e donne, italiani e migranti.
Per questo USB Viterbo lancia una campagna di informazione e lotta rivolta a tutte le lavoratrici. Ogni giovedì alle 16 forniremo gli strumenti di base sindacali e legali per difendersi sul posto di lavoro da sfruttamento e abusi, studiando un percorso specifico di fuoriuscita da situazioni di discriminazione e violenta per ognuna.
Usb Viterbo