DONNE CHE COLTIVANO LA DIGNITA'

Arci Capranica l'incontro dibattito intitolato “Semi di diritto”, organizzato da USB Viterbo nella giornata della festa della donna.

Viterbo -

Si è svolto presso Arci Capranica l'incontro dibattito intitolato “Semi di diritto”, organizzato da USB Viterbo nella giornata della festa della donna. Sono stati approfonditi i temi del lavoro, sia pubblico che privato, dal punto di vista delle donne.

 

Valentina Sposetti Coordinatrice Usb donne nel commercio ha passato 6 anni a testa basa in un supermercato della provincia di Viterbo. Il suo ruolo era quello di cassiera, poi si faceva un po' di tutto, dalle pulizie a mettere a posto la merce. Sei anni di sfruttamento senza rispetto di orari e festività. La vita privata non esisteva e non doveva esistere. “Ma senza lavoro, non si è niente,” afferma Sposetti” senza soldi non puoi comprarti una casa un'auto nuova, ed ecco, allora che accetti di tutto pur di non sottrarti alla legge del consumismo che teoricamente, ci dicono, porta alla felicità.”

 

Dopo sei anni di sfruttamento Valentina ha trovato il coraggio di dire basta, alzare la testa e denunciare i soprusi subiti. Naturalmente è stata licenziata. Ma da qui è iniziata una nuova vita, una rinascita. “Non riuscirei più a tornare in schiavitù,” continua Sposetti. “ora sono a capo di una associazione che lotta contro la violenza sulle donne, 'Fight for Love' e ho deciso di investire su me stessa e soprattutto ho iniziato a vivere una vita dove io ne sono la regista.”

 

Rossella De Paola, Lip Viterbo, fa un'ampia panoramica nel mondo del lavoro nella scuola pubblica: “Un mondo fatto di privilegiati e nulla facenti, come pensa la gente comune. Ma non è così, anzi. Le cose sono cambiate e stanno cambiando in peggio naturalmente. Il Governo continua a sbandierare le sue rivoluzionarie riforme che portano alla corretta gestione del capitale umano. Ma a scapito di chi? Pensiamo alle tanto sbandierate assunzioni della riforma della Buona Scuola, queste sono state frutto della precedente legge Gelmini, che ha eseguito il più grande licenziamento nella storia della scuola pubblica, tagliando centotrenta mila persone, a scapito della didattica.

 

Le assunzioni attuali non hanno coperto la politica Gelmini: i pochi insegnanti assunti hanno concorso a questo nuovo “toto posto” che li ha portati ad insegnare in una qualsiasi regione d'Italia, non ci sono più regole. Inoltre, ancora più grave, grazie alla riforma, c'è la gerarchia nella scuola, la carriera degli insegnanti, con delle figure non ben identificate come l'animatore digitale e il mobility manager. Questo, pagato, dovrebbe ottimizzare i percorsi che fa ogni insegnate per recarsi a scuola in modo da recuperare tempi e i costi. La nuova figura del preside sceriffo, poi, detiene il potere in maniera indiscussa.

 

D'ora in poi, potrà eseguire le assunzioni con la chiamata diretta. Tutto questo sistema non risolve i veri problemi per procedere ad una corretta ed adeguata formazione dei nostri figli, così facendo si va solo verso una visione aziendale e capitalistica della scuola, niente a che fare con il ripristino di una buona didattica.”

 

Luca Paolocci, Usb Viterbo. si occupa da tempo della tutela delle lavoratrici e lavoratori. Egli afferma che il “90% delle vertenze sono intraprese da donne, soprattutto neo mamme”. Le donne che hanno avuto figli non vedono riconosciute le tutele contrattuali che gli permetterebbe di crescere il proprio figlio. Ora il Contratto nazionale del commercio, grazie ai sindacali, è andato a fornire la massima flessibilità dei lavoratori a favore dei padroni. Le lavoratrici sono sempre più sole ed alienate. La lotta di classe è scomparsa perché, specialmente nei grandi centri commerciali, ci cono talmente tante tipologie contrattuali che non si riesce più a aggregare i lavoratori. Ognuno guarda il suo piccolo mondo e lo difende co i denti.”

 

Infine, Paola Celletti, Usb Viterbo, conclude dicendo che negli ultimi venti anni si è assistito a una inesorabile demolizione dei diritti sul lavoro. L'ultimo Governo poi, con il Job Act ha sancito la morte del contratto a tempo indeterminato. D'ora in avanti i pradroni potranno licenziare in maniera indiscriminata e il lavoratore non potrà più affidarsi a nessuna forma di tutela. Le aziende, per beneficiare degli sgravi contributivi, assumeranno e licenzieranno di tre anni in tre anni. Questo Governo ha prodotto un turn-over di lavoratori, a tempo determinato, legato a a doppia mandata alle casse dello Stato.

 

 

Emanuela Dei