Commemorazione dell'Ardito del Popolo di Antonio Tavani, morto per mano fascista
Tra il 1921-22 il fascismo, attraverso le camicie nere sbarcò e terrorizzò il viterbese
Commemorazione dell’Ardito del Popolo di Antonio Tavani, morto per mano fascista
Oggi si è svolto al Cimitero San Lazzaro di Viterbo la commemorazione dell’Ardito del Popolo Antonio Tavani e le vittime del 1921. Il Comitato per le Celebrazioni si è riunito, come ogni anno, per ricordare gli uomini che hanno combattuto e sono rimasti vittima della furia fascista.
Il 21 maggio del 1921 cade vittima dei colpi di pistola delle camicie nere, Antonio Prosperoni, 21 anni. Colpi sparati a casaccio per intimidire una folla, che poco voleva spartire con il fascismo. Il comizio che si sarebbe dovuto tenere a piazza Verdi, a Viterbo, viene vanificato dall’intervento del repubblicano Duilio Mainella. Il 10 luglio dello stesso anno, cade Tommaso Pesci vittima di una violenza inaudita.
Il 9 luglio del 1922 veniva accoltellato fuori di un’osteria, l’Ardito del popolo Antonio Tavani, noto per la sua forza fisica e il coraggio.
Tra il 1921-22 il fascismo, attraverso le camicie nere sbarcò e terrorizzò il viterbese attaccando con tecniche teppistiche le sedi delle associazioni, leghe, luoghi di ritrovo come caffè, locali di mutuo soccorso, tipografie, redazioni di giornali e municipi amministrati dalla sinistra. Venne imposto il tricolore italiano insieme a manganellate, devastazioni e omicidi. Tutto questo si svolse sotto lo sguardo distratto della polizia.
La reazione venne dal popolo che, ad opera di anarchici, braccianti scalpellini iniziarono ad organizzare la Resistenza. Gli Arditi del popolo ne incarnarono lo spirito e le tradizioni di solidarietà, difendendo la città di Viterbo dall’invasione e dalla brutalità fascista. Hanno partecipato all’evento hanno partecipato Anpi, Iskra Tuscia, Usb.
Emanuela Dei