Caffeina Christmas Village, il turismo a Viterbo sulle spalle dei lavoratori!
La grande kermesse natalizia, a firma Caffeina, nasconde sfruttamento e arroganza nei confronti dei lavoratori.
Per il secondo anno il centro storico di Viterbo, troppe volte abbandonato, si animerà nel periodo natalizio, grazie al gruppo Caffeina, che allestisce merlature, corridoi e palazzi come un vero villaggio di Babbo Natale. Il biglietto d’ingresso di 15 euro, lo scorso anno, non ha scoraggiato il pubblico, che ha raggiunto la città dei Papi da tutta la provincia e anche dalla Capitale, per vivere con amici e famiglia la magia del Natale nella splendida cornice di un centro storico medievale. Anche quest’anno è previsto un successo analogo.
Il villaggio di Babbo Natale non si caratterizza solo per addobbi e luminarie, il vero fiore all'occhiello sono i figuranti, come elfi e gnomi, e gli espositori artigianali.
È tutto positivo come sembra o c’è un rovescio della medaglia? C’è eccome: lavoratori e artigiani sono sottoposti a turni estenuanti, rimborsi bassissimi e quindi . 150 elfi accolgono i visitatori e stupiscono i bambini accompagnandoli durante tutto il percorso, con sorrisi e gentilezza, però sono pagati tre miseri euro l'ora, per sette ore consecutive, ad oggi ( data pubblicazione) senza contratto, con turni lavorativi programmati giornalmente, che impediscono di organizzare la propria vita personale. I lavoratori, come ha denunciato Usb, sono abbandonati a se stessi, senza alcuna preparazione (il corso antincendio è stato svolto a una settimana dall'inaugurazione), spesso costretti a gestire l'intera macchina organizzativa del Caffeina diventando, loro malgrado, responsabili di eventuali disservizi e polemiche.
La seconda caratterizzazione del magico villaggio sono gli espositori, artigiani che conducono il pubblico nell'arte degli antichi mestieri, non semplici prodotti commerciali, lavorati in serie ma vere e proprie opere d'arte. Si producono pezzi unici che testimoniano la maestria e l'anima di chi li ha creati. Il visitatore viene portato per mano nel profumo del legno e della lana lavorati per riscoprire come un'idea può essere trasformata in realtà. Però, dietro la patina luccicante, si nasconde ancora una volta, mala organizzazione e sfruttamento. Gli artigiani sono stati informati di tutte le clausole contrattuali solo a pochi giorni dall'inaugurazione, quando avevano già investito nelle opere per l'esposizione e rinunciare diventava impossibile. Uno stand piccolo pesa per l’artigiano 1.200 euro, da devolvere a Caffeina prima dell'inizio della kermesse, senza alcuna informazione o previsione sul ricavato finale.
Chi organizza un laboratorio, frequentato anche da bambini, non paga lo stand, ma ha pochissime possibilità di vendita. I genitori che affrontano il costo di otto euro a bambino, per fargli praticare un’attività, potrebbero avere una consolazione, pensando che quei soldi vadano a un artigiano, produttore del Made in Italy: invece non è così. Caffeina si trattiene 6,50 euro e l’artigiano riceve solo 1,50 euro, un prezzo talmente esiguo, che non fa rientrare neanche delle spese per il materiale (i bambini portano via un oggettino creato durante il corso).
L'Usb esorta Caffeina a non fermarsi a chiacchiere e apparenze; dietro i grandi discorsi e le vetrine luminose non deve esserci sfruttamento e violazione dei diritti del lavoro.
Solo quando Caffeina rispetterà i lavoratori, potrà vantarsi dei successi raggiunti e dell’immagine che si è creata; ma fino ad oggi, quell’immagine, piena di ombre, è ben lontana dal rappresentare la realtà completa.
Chiediamo pubblicamente a Caffeina trasparenza sui bilanci e sul venturo, speriamo non troppo, contratto dei lavoratori.