Badanti, il vero problema sono le condizioni di sfruttamento e lavoro nero
Chiediamo controlli capillari sulle modalità di assunzione delle badanti, spesso costrette a diventare socie di cooperativa, così da sottrargli diritti e inquadrate a 5 ore la settimana, a fronte di 24 giornaliere
Apprendiamo dai mezzi di informazione di controlli a tappeto, da parte delle forze dell’ordine, nel settore dei servizi alla persona, in particolare colf e badanti. Ci saremmo aspettati che ad emergere, innanzitutto, fossero le condizioni di sfruttamento, lavoro grigio e abusi in cui sono costretti i lavoratori.
I controlli invece si sono concentrati sul corretto pagamento delle tasse.
Un ambito sicuramente fondamentale, visto come l’evasione fiscale sottrae ogni anno più di 80 miliardi al bilancio pubblico. La domanda che sorge è perché partire dall’ultimo anello della catena, i lavoratori e non i datori, con ben altre ricchezze nascoste, che li sfruttano.
Lavoratori, spesso donne di origine straniere, sottopagate e segnate a meno di un terzo delle ore che effettivamente svolgono, con stipendi al massimo di 900 euro al mese che non godono dei diritti fondamentali dell’individuo come il riposo.
Nella città di Viterbo nello specifico, questa tipologia di lavoro si svolge per lo più sotto l’egida di agenzie, che assumono come soci, nascondendo un vero e proprio rapporto di subordinazione, con contratti che prevedono, all’insaputa dei lavoratori il versamento in autonomia dei contributi. Se non si sottosta alle regole imposte da queste agenzie si viene esclusi dal settore senza alcuna possibilità di veder stipulato un contratto. Contratti di 25 ore a settimana, al massimo, ma tanti ne abbiamo visti con appena 5 ore segnate, a fronte delle 24 giornaliere che vengono svolte. Pochissimi possono effettuare il giusto riposo di due ore al giorno, riporto nei contratti nazionali, vengono negati anche i giorni liberi, tanto che le lavoratrici non riescono nemmeno ad uscire per rinnovare i documenti.
Abbiamo ricevuto denunce di installazioni di telecamere nelle abitazioni, con la scusa di controllare il benessere dell’assistito non solo viene controllata, in modo illegittimo, la prestazione lavorativa, ma violando la privacy delle persone che si cambiano, lavano e vivono sul posto di lavoro.
Non esistono misure di sicurezza o tutela, non ci sono sollevatori né aiuti, in caso di persone non autosufficienti, i lavoratori movimentano persone di 90-100 Kg impossibilitati a muoversi. Allo stesso modo, in caso di infortunio in casa, come cadute, tagli o scottature, i lavoratori vengono intimiditi a non recarsi in ospedale e a non denunciare la causa lavorativa.
Lavoratori invisibili sono stati chiamati, prendiamo atto che la Guardia di Finanza ha sollevato il velo, adesso si tratta di squarciarlo. Le indagini vanno svolte per fermare tutti gli abusi delle agenzie, tutti i lavoratori devono essere assunti come dipendenti, quali sono, non come soci, dovendo così rinunciare a molti dei loro diritti, come malattia, maternità e tfr.
Usb Viterbo
Elisa Bianchini