ASSISTENTI SCOLASTICI: Reddito e previdenza per tutti i lavoratori part-time ciclici verticali.
La Scuola deve essere organizzata in modo da permettere il superamento delle barriere che ostacolano l’apprendimento, la partecipazione, lo svolgimento di attività e lo sviluppo dell’autonomia personale del alunno/a disabile.
In questo processo il ruolo dell’assistente scolastico è fondamentale così come la sinergia tra le diverse figure professionali che ruotano intorno al disabile, per aiutarlo a crescere nella sua diversità raggiungendo la piena integrazione nel gruppo classe e nella società.
I lavoratori e le lavoratrici sono stretti nella morsa costante di un precariato mascherato e stipendi che il più delle volte non superano la soglia minima di povertà.
Questo è dovuto ad una serie di fattori concatenati quali :
• appalti annuali a ribasso con conseguente riduzione oraria,
• salario bassissimo dovuto ad un mancato riconoscimento della mansione,inquadramenti contrattuali sbagliati e tabelle retributive al ribasso;
• contratti così detti “verticali” che costringono lavoratrici e lavoratori a casa senza retribuzione e contributi pensionistici nei mesi di chiusura delle scuole;
Riteniamo che sia possibile migliorare lo status lavorativo di questa figura partendo da tre punti fondamentali:
• il riconoscimento della figura dell’assistente scolastico prendendo atto anche degli anni di lavoro svolto in questo ambito;
• revisione e aumento dei fondi stanziati sui servizi alla persona, sia nella scuola che nella realtà giornaliera;
• ricollocazione degli operatori nel periodo di chiusura delle scuole in altri servizi a carico del comune.
Lo scorso 7 novembre si è tenuto a Firenze, sotto la prefettura, un affollato presidio di lavoratrici e lavoratori degli appalti scolastici gestiti dalle cooperative sociali erano presenti circa 350-400 persone.
In questo momento la vertenza che sta prendendo forma, e che verrà discussa presto anche a Viterbo nell’ambito di un incontro con tutti gli operatori del Settore, ha una caratteristica importante, nel campo specifico dei lavoratori delle coop sociali, questa che prende le mosse da Firenze è una vertenza che ha il pregio di rimettere in moto le forze su di un piano molto concreto e dall’orizzonte a portata di mano, in attesa di capire come superare l’annosa condizione di frammentazione e disorganizzazione del settore.
Va ricordato che il Contratto del Settore è scaduto da ormai 5 anni e che presumibilmente, quando e se sarà rinnovato, vedrà un rinnovo tutto a perdere sul piano dell’aumento retributivo.
La rivendicazione dei contributi per i lavoratori part-time ciclici verticali, poggia su alcune sentenze di Cassazione nelle quali l’INPS è stata costretta a riconoscere, ai singoli lavoratori che hanno promosso cause e ricorsi, il diritto a vedersi spalmati sulle 52 settimane dell’anno i contributi maturati, anziché sul solo periodo/frazione di anno lavorata. La giustezza di tale impostazione sta nella considerazione tutta aritmetica del fatto che, lasciando scoperti dalla contribuzione 3 mesi all’anno, in 40 anni si perdono esattamente 10 anni di ratei pensionistici. Una condizione che di fatto rende inaccessibile il diritto alla pensione per chi è impiegato come part-time ciclico verticale nei servizi scolastici e affini.
Altra rivendicazione collegata a quella dei contributi è quella relativa alla possibilità di accedere, in regime di tempo indeterminato, alla NASPI, per sanare anche il vuoto retributivo, equiparando la condizione dei lavoratori di questi servizi a quella dei lavoratori stagionali.