ALTRI 9 POSTI DI LAVORO PERSI ALLA CLINICA NUOVA S. TERESA ED AL CRA DI NEPI
Nonostante le assicurazioni della Regione Lazio di maggio, nulla è cambiato, dichiara Lino Rocchi della USB Viterbo, anzi, il gruppo RO.RI., che alla fine di maggio non rinnovò più oltre 20 contratti a tempo determinato, da lunedì 3 ottobre, farà lo stesso con altri 9 lavoratori, altre 9 famiglie che si vedranno togliere i mezzi di sostentamento.
Tecnicamente non sono licenziamenti, perché a fine settembre i contratti di questi lavoratori vanno a scadenza, ma queste sono solo parole, i fatti sono che questi contratti non verranno rinnovati e che questi 9 vanno ad aggiungersi ai 20 non rinnovati di maggio e che le assicurazioni fatte dai rappresentanti della regione Lazio nell’incontro di fine maggio presso la prefettura di Viterbo, sono a tutt’oggi rimaste buone intenzioni, con cui non si compra il pane quotidiano!
E questo non è che l’inizio, il piano di ristrutturazione presentato dalla RO.RI. proprietaria della clinica S. Teresa e CRA di Nepi ad aprile e successivamente sospeso proprio in virtù delle assicurazioni avute nell’incontro con il Prefetto, I Sindacati, e la Regione Lazio di fine Maggio, prevede 81 licenziamenti, che dovrebbero avvenire entro i prossimi 30 giorni.
Tutto questo avviene perché la Polverini ha deciso di potenziare la sanità pubblica a discapito di quella privata? NO, puntualizza Rocchi, qui lo smantellamento è complessivo, ed, infatti, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali, abbiamo richiesto un ulteriore incontro al Prefetto per discutere di tutta la sanità nel viterbese, chiedendo l’intervento non solo della Regione e della Asl, ma anche la presenza di tutti i Politici regionali e nazionali eletti nel distretto di Viterbo.
Siamo ormai all’epilogo della sanità Viterbese, ed i lavoratori del settore, sia pubblici che privati non ne possono più, come non ne possono più i cittadini costretti ad “emigrare” negli ospedali delle regioni vicine o della capitale.
Il momento delle parole è finito, conclude Rocchi, occorrono fatti concreti, noi siamo pronti a scendere in piazza permanentemente per gridare il dissenso e la nostra contrarietà allo smantellamento della SALUTE nel Viterbese insieme ai cittadini di tutta la provincia, chiediamo alle istituzioni, alle Amministrazioni locali, ai Sindaci dei 60 comuni, al Sindaco di Viterbo, al Presidente della Provincia, Ai Politici Eletti nel viterbese di fare la loro parte, oppure di dimettersi, lasciando ancora una volta al popolo, l’onere di conquistarsi e di non far calpestare i propri diritti.