Mercato del lavoro fermo? Via all'ennesimo accordo tra CGIL CISL UIL e Confindustria contro i lavoratori

Stiamo parlando delle fantomatiche scuole di formazione di diretta pertinenza sindacale che avrebbero la funzione di ri-immettere il disoccupato nel mondo del lavoro

Viterbo -

Il mercato del lavoro è fermo e la causa di tutto questo sembra essere proprio la riforma del lavoro. Questo è quello che è emerso da dati dei contratti attivati e cessati nel settore del lavoro privato, del secondo trimestre 2016. A fronte di 2,45 milioni di rapporti di lavoro attivati, 2,19 sono cessati e la gran parte sono a tempo determinato. Il saldo risulta positivo per appena 260 mila contratti.

 

Meno sgravi contributivi per le aziende rispetto al 2015, ed ecco, che le attivazioni dei contratti a tempo indeterminato registrano un -29%. Le cessazioni dei rapporti di lavoro decise dal datore di lavoro registrano un +8,1%, non c'è più l'articolo 18, calano, invece, le cessazioni richieste dal lavoratore -24%.

 

Il primo settembre è stato presentato l'ennesimo accordo tra CGIL CISL UIL e Confindustria

contro i lavoratori. Non è un accordo salvifico per il rilancio delle politiche del lavoro, come vogliono farci credere, bensì un contratto per proporsi come i gestori assoluti dei percorsi conseguenti a crisi industriali/licenziamenti/disoccupazione, e delle ingenti risorse finanziarie, già disponibili e implementabili, destinate alla formazione e riqualificazione dei lavoratori espulsi dai cicli produttivi.

 

In poche parole, stiamo parlando delle fantomatiche scuole di formazione di diretta pertinenza sindacale, come pure delle molte agenzie interinali di loro proprietà ,che avrebbero la funzione di ri-immettere il disoccupato nel mondo del lavoro. Si sono accorti che le riforme del mercato del lavoro attuate da Monti in poi e culminate nel Jobs Act,  contro cui non hanno speso un attimo di mobilitazione, rischiano di far esplodere un conflitto sociale difficilmente governabile.

 

A gennaio infatti scompare la mobilità, quell’ammortizzatore sociale che prolungava di fatto il sostegno al reddito una volta finita la cassa integrazione ed i nuovi meccanismi messi in atto da Renzi con la Naspi sono assolutamente insufficienti per durata e per quantità ad assicurare un sostegno a chi viene espulso dal mondo del lavoro. Semaforo verde anche per i licenziamenti collettivi rispetto ai quali, grazie alla previsione degli accordi sindacali previsti in questo piano, i padroni non avranno da temere contenziosi di nessun genere: corrispettivo per chi accetta ‘l’offerta conciliativa’ da 2 a 18 mesi di salario in più, detassato e de-contribuito.

 

Il piano messo a punto da Boccia e da Camusso, Furlan e Barbagallo viene presentato come un nuovo approccio alla gestione delle crisi e delle ristrutturazioni aziendali per evitare il prodursi di conflitti e per l’attuazione di politiche attive per il lavoro.  In realtà in esso  non si parla affatto né di politiche di investimento, né di innovazioni tecnologiche, né di alcun piano di sviluppo, essendo una delle parti contraenti la massima rappresentanza degli industriali italiani, anche se fortemente indebolita dall’abbandono di FIAT e di altre grosse aziende.

 

CGIL CISL UIL e Confindustria si candidano insomma a gestire esuberi e licenziati gettando alle ortiche le lotte e le vertenze che tanti lavoratori e lavoratrici ancora si ostinano a condurre per difendere occupazione e salari, a condividere con il governo la cancellazione del sistema degli ammortizzatori sociali  insieme a tutti gli  altri diritti sociali - non dimentichiamo infatti il prossimo attacco alla previdenza pubblica e a tutti i servizi pubblici, con le note riforme Madia della Pubblica Amministrazione - che in questi anni hanno comunque costituito un baluardo contro lo strapotere dei poteri finanziari e delle multinazionali.

 

È solo un accordo tra privati, spedito al Governo che dovrebbe tramutarlo in norme legislative. Impediamolo!  Non accettiamo nessuna pace sociale e non perdiamo altro tempo ad intonare per CGIL CISL UIL  il  de profundis  sindacale, anche attraverso lo Sciopero generale del 21 ottobre 2016!

 

Luca Paolocci

Usb Viterbo