Crolla l'ultimo alibi della Coop.va Città Aperta.

Viterbo -

Le vicende legate alla cooperativa "Città aperta" non terminano, e riescono sempre a tener vivo lo stupore, e non solo per chi le ha vissute sulla propria pelle. Ricordiamo, tre licenziamenti a 2 giorni dallo scorso natale, successivi a quelli del mese di giugno, che hanno visto nascere numerose iniziative da parte della federazione Usb di Viterbo, sindacato al quale tutti i soci lavoratori licenziati appartengono.

 

Proprio in questi giorni, grazie al sempre vivo interesse del nostro sindacato in collaborazione con il M5S di Viterbo, si è riusciti a far cadere qualche ‘fumosa’ omissione del Cda del centro servizi. Per la durata di tutta la vicenda era palese e sembrava appurato che nel motivo dei licenziamenti ci fosse, di base, una grave situazione di crisi aziendale che riguardava per una buona parte anche da un credito di fatture per servizi di trasporto svolti a favore del Comune di Viterbo, di circa 70.000 euro mai saldati. L'interrogazione dei pentastellati in consiglio comunale ha appurato che tutti i pagamenti sono stati, invece, effettuati regolarmente e che solo una fattura di circa 7.000 euro non è stata ancora saldata a causa di un errore nella fatturazione della cooperativa stessa.

 

Dopo la mancata trattativa sindacale e senza mai svelare la reale situazione del reddito del settore trasporti, dopo il violento licenziamento dei primi tre dipendenti senza preavviso e alcuna dignitosa comunicazione, dopo aver negato l'attivazione di contratti di solidarietà o di ammortizzatori sociali, ecco che si chiude il cerchio con il crollo dell'ultimo alibi: il vero motivo del licenziamento è stato, l'essersi dichiarati apertamente contro ogni forma di abuso contrattuale, palesemente presente all'interno della cooperativa. Aver denunciato la mancanza di un piano di sviluppo del settore trasporti nonché l'assenza dei più basilari diritti: dalla sicurezza sul posto di lavoro alle retribuzioni arbitrariamente calcolate senza tener conto del contratto collettivo nazionale di lavoro e non ultima la discriminazione nei confronti del sindacato Usb. Tutti i lavoratori che aderiscono alle altre sigle sindacali occupano ancora il loro posto".