Usb Viterbo: Libertà di informazione, libertà per Del Grande

Viterbo -

Usb Viterbo esprime piena solidarietà, e felicità, per la liberazione del reporter Gabriele del Grande. Lo scrittore, regista, da sempre si occupa di raccontane le migrazioni nel Mediterraneo collegate alle ragioni che portano tante persone a lasciare i loro paesi d’origine. Dl 9 di aprile, però, era stato bloccato nelle prigioni Turche, perché diretto in Siria.

 

Il reporter aveva iniziato lo sciopero della fame poiché gli era stato impedito di rivolgersi ad un legale e, soprattutto, non gli erano state palesate le ragioni del fermo. Del Grande aveva dichiarato: “Inizio lo sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me"

 

Nel suo blog “Fortress Europe”, con l’ultimo aggiornamento al 16 febbraio, si leggono le cifre dei morti che il Mediterraneo accoglie: “Fanno tutti a gara a contare quanti ne sbarcano, pronti a gridare all'invasore. Ma quanti sono quelli che non sono arrivati? Muoiono giorno dopo giorno. Anno dopo anno. E i loro corpi finiscono nell'oblio delle coscienze, seppelliti in fondo al cimitero Mediterraneo. Mangiati dai pesci e accatastati sopra le tubature dei gasdotti che sembrano a volte l'unico ponte rimasto tra le due rive.

 

Dal 1988 sono morte, lungo le frontiere dell'Europa almeno 27.382 persone, di cui 4.273 soltanto nel 2015 e 3.507 nel 2014. Nessuno sa quanti siano i naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Lo sanno soltanto le famiglie dei dispersi, che dal Marocco allo Sri Lanka, si chiedono da anni che fine abbiano fatto i loro figli partiti un bel giorno per l'Europa e mai più tornati.”

 

Il reporter italiano era partito per realizzare il suo nuovo libro: “Un partigiano mi disse”: La guerra in Siria e la nascita dell’ISIS raccontate attraverso l’epica della gente comune in un intreccio di geopolitca e storetelling.

 

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