CGIL non parteciperà allo sciopero generale delle donne per l'8 marzo

Viterbo -

Il femminismo è morto? Sembra proprio di no. Non tutto è perduto, e non è poi così vero che le donne hanno perso memoria dei diritti, duramente conquistate nei secoli scorsi. La lotta per difenderli è stata intrapresa perché, è ormai sotto gli occhi di tutti, lo scopo dei governi, legati a filo doppio con le banche e multinazionali, è proprio quello di far scomparire i diritti, in modo da ridurre gli esseri umani, e la loro forza lavoro, a pura mercanzia di scambio.

 

Le donne non ci stanno, e mettono sul tavolo uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per la giornata del 8 marzo. Un'astensione che riguarda sia la produzione, ma anche la riproduzione e il consumo dei beni.

 

Allo sciopero hanno aderito la maggior parte dei sindacati autonomi ma non la CGIL che preferisce fare assemblee sui luoghi di lavoro, piuttosto che scendere in piazza e bloccare la produzione. Laura Taddei, responsabile delle politiche di genere CGIL, interviene confermando la notizia, dell'assenza di uno dei maggiori sindacati italiani, nel corso della trasmissione “Cara ti amo” sulle frequenze di Radio Popolare.

 

Il movimento “Non una di meno”, già sceso in piazza il 28 novembre contro la violenza maschile sulle donne, si mobilita in una protesta nazionale contro ogni discriminazione di genere nei luoghi di lavoro, contro la chiusura dei centri anti violenza, contro l'obiezione di coscienza nei servizi sanitari pubblici, contro la precarietà e la privatizzazione del Welfare, per il diritto a servizi pubblici gratuiti e accessibili, al reddito alla casa, al lavoro e alla parità salariale, all'educazione scolastica, alla formazione di Operatori sociali, sanitari e del diritto.

 

Questo evento è nato dal movimento delle donne argentine che hanno lanciato questo sciopero globale a cui hanno aderito 22 paesi nel mondo, Stati Uniti inclusi.

 

Emanuela Dei