Bagnolo, allevatrice furiosa: "Ci avevano promesso le stalle! Non si resiste più, ma che minchia state facendo?

Viterbo -

 

Si sa che le stagioni sono imprevedibili: non è detto che dopo l'autunno venga l'inverno. Può succedere. Già perché prevedere un clima freddo, sotto zero, sembra proprio strano nelle zone terremotate. Eppure lì siamo in montagna. Succede a Bagnolo, vicino ad Amatrice che i coltivatori e gli allevatori rimangano senza stalle perché la loro costruzione è iniziata appena una settimana fa.

 

Anita Sulpizi, vent'anni allevatrice, che di lì non se ne vuole andare, posta su Facebook un post che rivela tutta la sua rabbia: Ma porco due qua non si resiste più! E nessuno si vede per aiutarci..ma che c***! Fa meno 10 e gli animali stanno fuori e ci avevano promesso le stalle prima del tempo cattivo, ora dobbiamo andare in giro in cerca di metterli da qualche parte perché non abbiamo più stalle..ma che minchia state facendo?”

 

Un ditta doveva costruire due stalle e un fienile ma ci sono state le feste e poi c'è brutto tempo e non si sa se i lavori continueranno. Stiamo parlando della cura di bestie che assicurano il pane a diverse famiglie: 40 mucche, 5 asini, 8 cavalli, 4 yak in più 2 scrofe con relativi maialini. Le strutture, che dovevano essere montate, sono in ferro ricoperte di un telo di plastica, nulla di straordinario, infatti, già nei paesi limitrofi, sono state divelte dal vento e alla neve.

 

Perché i lavori sono iniziati solo ora? Era così difficile prevedere un clima rigido da quelle parti? Perché si continua a mettere le persone, già duramente colpite, in situazioni di disagio e stress? In più manca il cibo per gli animali, in più fa molto freddo e chi si è organizzato in roulotte e case prefabbricate per stare nei campi ha bisogno di pellet per riscaldare le abitazioni.

 

Chiunque abbia cibo per animali o questo tipo di combustibile contattando la redazione e verrà messo direttamente in contatto con i coltivatori e allevatori di Bagnolo. Dove non arriva lo Stato, arriva la solidarietà.

 

 

Emanuela Dei