ASL VITERBO: SEI MESI DI PAROLE

La ASL continua a spendere 2.594.520,36 euro all’anno in affitti, corrisposti a proprietari privati, inoltre, si continua a pagare 820.000 euro al mese per riscattare il rudere dell’Ospedale Grande degli Infermi

Viterbo -

L’incontro che la nostra Organizzazione Sindacale ha avuto circa sei mesi fa con l’attuale D.G. della AUSL ci aveva lasciato un seppur cauto ottimismo per un reale cambiamento nella gestione della locale Azienda Sanitaria.

 

A sei mesi di distanza, dobbiamo invece prendere atto, purtroppo, di una lenta e progressiva degenerazione della situazione.

 

Il primo fallimento lo registriamo nell’ennesimo rinvio dell’inizio dei lavori del blocco C di Belcolle, con il progetto che, dalla Regione, viene rispedito a Viterbo perché non si è tenuto conto del riordino dei posti letto nella Regione Lazio; quindi persiste il sovraffollamento in Ospedale che si traduce in insopportabile disagio per chi soffre. Basterebbe già questo per chiedere la fine di questa esperienza amministrativa, ma le delusioni non finiscono qui. Si era deciso di non chiudere più l’Ospedale di Acquapendente, proprio per la sua importanza di Presidio di frontiera e per decomprimere Belcolle ma, ancora oggi, il funzionamento della struttura e del P.S. presenta numerose criticità, quasi ci fosse l’intenzione di farlo morire così, lentamente.

 

Ci era stato assicurato che Ematologia a Montefiascone si sarebbe aperta ma ciò non è avvenuto anzi, ci risulterebbe che ci sarebbe la volontà di ampliare gli spazi per Ematologia presso il Reparto di Oncologia di Belcolle, chiudendo il Day Hospital Psichiatrico che ancora non si sa dove trasferire.

 

Le centinaia di migliaia di euro spesi per preparare l’Ematologia a Montefiascone sono sempre più uno scandalo di cui la dirigenza dovrà rispondere.

 

I Centri Salute continuano ad essere inaugurati ma, nel contempo, appaiono sempre più un’operazione inutile e gravemente dispendiosa che non servirà sicuramente a fermare la migrazione dei pazienti fuori Regione, aumentando solo il deficit sanitario, come già predetto da questa O.S.

 

Le liste d’attesa restano scandalosamente infinite e la creazione dei percorsi diagnostici ha inciso solo parzialmente sul fenomeno poiché è mancato un reale coinvolgimento dei responsabili dei settori più interessati dal fenomeno.

 

Il Direttore Generale si era dimostrato disponibile ad affrontare lo scandalo degli affitti che la AUSL paga per alloggiare i servizi sanitari, ci era stato detto che questi sarebbero stati gradualmente trasferiti in strutture pubbliche abbattendo gli attuali costi. A distanza di sei mesi, invece, tutto è rimasto come prima, la ASL continua a spendere 2.594.520,36 euro all’anno in affitti, corrisposti a proprietari privati, inoltre, si continua a pagare 820.000 euro al mese per riscattare il rudere dell’Ospedale Grande degli Infermi.

 

Infine, nelle modifiche all’Atto Aziendale, la Neuropsichiatria che fino al mese scorso era giustamente inserita presso il Dipartimento di Psichiatria, proprio per creare una reale continuità terapeutica tra fanciullezza, adolescenza ed età adulta, viene erroneamente, a nostro avviso, inserita insieme al Disabile Adulto, all’interno di un grande bacino organizzativo delle cure primarie, a quanto sembra per puri motivi economici, ostacolando così qualsiasi seria progettualità terapeutica per i giovani ed i bambini. Nonostante le dichiarazioni delle ultime ore, il personale operativo continua a muoversi nella carenza di organici e senza alcun serio progetto di stabilizzazione del personale precario.

 

Per chiudere è arrivato lo scandalo delle Posizioni Organizzative recentemente varate dalla USL, già al vaglio degli inquirenti.

 

Il temporale era stato preannunciato la scorsa estate con i premi stratosferici assegnati ad alcuni dipendenti, poi il boato, con la creazione dei nuovi mini dirigenti lievitati inspiegabilmente da 35 a 60 lasciando fuori importanti settori come i Laboratori Analisi Aziendali; tutto ciò a discapito delle legittime Progressioni Economiche destinate a tutto il personale.

 

La situazione appare desolante e senza via d’uscita, riteniamo che sia dovere nostro e di tutte le forze sociali adoperarsi per intraprendere un nuovo percorso gestionale che ratifichi la fine di un’esperienza gestionale ormai logora, inefficiente o, addirittura dannosa per la Sanità viterbese.

 

Federazione Prov.le USB Viterbo

Aurelio Neri