Referendum Costituzionale: Più potere all'economia e pochi diritti ai cittadini

L'esigenza di una grande riforma della Costituzionale non nasce dalla società civile, dai sindacati o da gruppi di cittadini o associazioni. Il cambiamento nasce dal cuore e testa del ceto politico.

Viterbo -

“Lo scopo di questa assemblea pubblica è quello di analizzare il rapporto tra i diritti sociali e le modifiche apportate alla Costituzione”così, Domenico Gallo apre l'evento organizzato dall'Unione Sindacale di Base di Viterbo.

 

“I sostenitori del Sì affermano che si cambia solo la prima parte della Costituzione e che questa riforma la si attende da trent'anni. Infatti, sono trent'anni che un certo ceto della politica cerca di mettere in scacco la democrazia per mettere il potere nelle mani di pochi. L'esigenza di una grande riforma della Costituzionale non nasce dalla società civile, dai sindacati o da gruppi di cittadini o associazioni. Il cambiamento nasce dal cuore e testa del ceto politico.

 

Già il presidente Cossiga, dopo la fine della Guerra Fredda, aveva mandato un messaggio chiaro alle Camere dicendo che bisognava modificare la carta costituzionale in modo da aumentare la stabilità e la governabilità.

 

Le decisioni messe in atto dall'Europa, dove i rapporti tra l'economia e politica diventano sempre più vincolanti, modificano definitamente il panorama comunitario. Dal trattato di Marracash, 1993, viene istituita la globalizzazione dell'economia, che si basa sulla filosofia che bisogna incrementare al massimo la produzione di merci esportabili e bisogna mettere in concorrenza gli ordinamenti dei vari paesi in visione di un mercato unico mondiale. Attuando queste decisioni, l'economia sovrasta la politica e viene espropriata degli strumenti che utilizzava per regolare il conflitto economico e gli equilibri degli interessi in gioco.

 

La concorrenza tra ordinamenti a ribasso è stata la nuova pratica dell'Unione Europea. Lo Stato che fa pagare meno tasse a chi investe, l'ordinamento che permette lo sfruttamento dei lavoratori, l'ordinamento che permette di inquinare senza pagare nulla riesce a produrre a prezzi più bassi e vince sulla concorrenza, viene premiato. In questo modo anche l'Italia è stata costretta ad inseguire altri ordinamenti nei quali non ci sono garanzie e i di diritti conquistati storicamente in Europa nel '900 sono solo un intralcio.

 

In questo modo i nuovi sovrani dell'Unione Europea diventano i poteri economici che apportando modifiche della Costituzioni permettono alle corporazioni di mettersi d'accordo e contrattare con un solo uomo al comando. Votare No alla modifica costituzione significa mettere in discussione l'Italicum che permette ad una esigua minoranza di prendere il potere ed eliminare ogni forma di rappresentatività. Difendere la Costituzione significa, difendere i nostri diritti e le tutele dei cittadini conquistate con dure lotte.”

 

 

Emanuela Dei

 

Intervento di Domenico Gallo All'Assemblea Referendaria

 

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Intervento di Paola Celletti-Usb Viterbo Pubblico Impiego

 

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