IL CONSUMISMO SBARCA A VITERBO

Arrivano i grandi marchi dello shopping... ma non è tutto oro quel che luccica

Viterbo -

Alle soglie del Natale commerciale la città di Viterbo si presta ad accogliere le nuove aperture di grandi insegne della GDO quali: Decathlon, H&M, Upim e Mango.

La notizia, ad un primo ed ingenuo sguardo, potrebbe essere accolta con gioia da tutti coloro che sono in cerca di un’occupazione: nuovi posti di lavoro e nuove opportunità.

 

Ad una più attenta lettura si evidenziano però due fattori, che è bene tenere in considerazione, al fine di non cedere a facili entusiasmi.

 

Le piccole realtà commerciali saranno le più colpite e con buona probabilità, e come già accaduto in altre città, non reggeranno il confronto e potrebbero avere serie difficoltà a mantenere aperte le loro attività, e saranno esposte al rischio di chiusura nel giro di qualche mese.

 

Anche i lavoratori non avranno un roseo futuro ma saranno precursori nella città di provincia di contratti regolati sul Jobs Act con il risultato che ben presto potrebbero ritrovarsi nuovamente disoccupati, per cedere il posto ad altri precari che li sostituiranno.

 

I recenti dati rilasciati dall’ INPS, infatti, chiariscono quanto la nuova regolamentazione scopra il fianco dei diritti dei lavoratori, niente affatto a tutele crescenti di fatto. Il lavoratore assunto con Jobs Act è in possesso di un contratto a tempo indeterminato che, entro 36 mesi può essere non riconfermato. Come se non bastasse, qualora decidesse di impugnare un eventuale licenziamento, non avrebbe più diritto al reintegro, cosa che già sta accadendo per i contratti a tempo indeterminato stipulati prima del Jobs Act.

 

Il confronto si può fare velocemente con la vicina Roma che negli ultimi anni si è riempita di centri commerciali. In questo ingranaggio vengono schiacciati i diritti dei lavoratori assunti con le più moderne forme di sfruttamento: contratti interinali, part-time verticali e voucher, costretti a lavorare su turni massacranti per coprire gli orari continuati, tutte le domeniche e tutti i festivi di apertura di queste grandi insegne dello shopping subendo, inoltre, lo smembramento dell'Articolo 18 con un corrispettivo del tutto inadeguato.

 

Nel frattempo i piccoli negozi vengono risucchiati da queste enormi macchine da guerra commerciali, impossibilitati a reggere il confronto di prezzi e orari.

 

L'Unione Sindacale di Base da tempo segnala che la nuova riforma del lavoro voluta dal governo Renzi avrebbe portato ad una costante precarizzazione del mondo del lavoro.La nostra Organizzazione Sindacale si schiera al loro fianco per informarli, per tutelarne i diritti e per contrapporsi con il conflitto alla possibilità, anzi, alla certezza che le tutele vadano perdute.

 

Michela Flores

USB Lavoro Privato